Sono cento!

Lo premetto e lo ammetto. Questo post è noiosissimo, quindi capirò se vorrete leggere altro. Sul canale Youtube che gestisco pubblico video sugli aspetti scientifici e sulla curiosità relative al fenomeno terremoto, in gran parte organizzati in una serie che ha nome “Terremoti in pillole”. Il canale ha raggiunto in queste ore un piccolo traguardo. Insignificante, se volete, nel mare del web e dei social, ma che assume un grande significato per chi costruisce i proprio video a partire da un’idea o dall’esigenza di raccontare qualcosa che, si spera, sia utile a chi quei video li guarda. Per farla breve, il canale ha totalizzato cento visualizzazioni al giorno, circa centodiecimila in totale. Sono trascorsi tre anni dalla nascita del canale e la matematica, in maniera insindacabile, dice che il numero totale di visualizzazioni diviso il numero di giorni di vita fa cento. Lo scrivo anche in numero, che fa più effetto. 100. Con questo traguardo, è quindi possibile fare qualche considerazione statistica (oh no, ancora la matematica), che assume un particolare valore se interpretato alla luce del tema della comunicazione della Scienza. Si scopre così che il numero di visitatori ha un “picco” (ma questo era prevedibile) ogni qual volta viene pubblicato un nuovo video, seppure con quell’inerzia che è tipica di internet, a sua volta normale nella modalità “passaparola (leggi condividi). Inoltre, la “curiosità” cresce dopo un terremoto importante, ad ulteriore conferma del fatto che si rispolverano concetti e domande soprattutto all’esigenza. Ma quello che è interessante (mi verrebbe da dire sorprendentemente sorprendente, ma forse è ridondante) è che la maggior parte delle visualizzazioni vengono fatte “in tempo di pace”. Come vogliamo interpretare questa constatazione? Forse è sbagliato pensare, come ho fatto fino ad ora, che le persone sono disinteressate ai temi della prevenzione durante la normale vita di tutti i giorni? O forse il trucco è che sono più inclini ad ascoltare ed informarsi se il messaggio è multimediale, come quello dei video? Un ulteriore spunto di discussione ce la offre l’elaboratore statistico di Youtube, che mi ricorda che la maggior parte dei visitatori ha più di 50 anni. Se vogliamo proprio dire, questa è la cosa più strana perchè, in genere, ti aspetteresti su un social un’attenzione maggiore dai giovani, smanettoni ed abituati alla tecnologia. Quali sono dunque i fattori che hanno portato le persone a guardare 110000 volte (qui il numero ci vuole, per fare colpo) i video? Certo hanno un peso la durata contenuta dei video (ogni Terremoto in pillole dura solo 2 minuti) e l’approccio agli argomenti sotto forma di domande “di tutti i giorni”, con spiegazioni semplici. Ma forse conta anche il fatto che un visitatore “over 50” ha una certa esperienza (considerando che, come descrivo nel video Terremoti distruttivi in Italia. Ogni quanti anni?), ognuno di noi (mi annovero tra i cinquantenni) ha sentito parlare, nel suo mezzo secolo, di un terremoto distruttivo nella nostra nazione 7 volte, diciamo 5 se togliamo gli anni in cui poppiamo dal biberon e siamo ancora in fase di crescita). Quindi (sempre a livello di ipotesi) è forse la maggiore curiosità per fenomeni di cui abbiamo contezza che spinge ad informarsi. Per uno studente giovane, quelli sono argomenti di studio; per un adulto sono argomenti di storia e di vita. Nel secondo caso, quindi, la curiosità è anche alimentata dal bagaglio esperienziale. Ma i terremoti in pillole sono per tutti, quindi nessuno ci rimarrà male se vorrete condividere questo articolo in fondo al quale aggiungo una tabella con “gli episodi” già pubblicati.

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